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Azoto

Nel terreno

Efficienza dell’azoto

Nella pianta

Sintomi da carenza di azoto su frumento, mais e colza

 

Nel terreno

Il 97-99% dell’azoto totale presente nel terreno è organico, il resto è azoto ammoniacale e nitrico. Nel terreno si verificano una serie di processi che regolano la trasformazione dell’elemento in forme direttamente assorbibili dalle piante, così come in altre meno disponibili. In condizioni sfavorevoli, l’azoto viene perso per dilavamento e in forma gassosa.

 

  • Assorbimento nella pianta: Le piante assorbono azoto in gran parte sotto forma di ioni nitrato (NO3-) disciolti in acqua. Seppur disponibile, la forma ammoniacale (NH4+) risulta meno mobile del nitrato e può formare legami intercambiabili con le particelle del suolo (soprattutto con minerali argillosi e sostanza organica).

 

  • Mineralizzazione: Gran parte dell’azoto presente nel terreno è legato alla sostanza organica (humus), ad esempio sotto forma di proteine. Nell’ambito del processo di mineralizzazione, l’azoto qui contenuto viene decomposto dai microorganismi nelle forme assorbibili per le piante: lo ione ammonio e lo ione nitrato.

 

  • Dilavamento: Gli ioni nitrato presenti nella soluzione circolante del suolo sono molto mobili e facilmente dilavabili. Soprattutto nel corso dei mesi autunnali e invernali, caratterizzati da precipitazioni più intense e da una bassa evapotraspirazione, si verificano perdite di nitrato con l’acqua di percolazione verso gli strati più profondi del terreno (lisciviazione dei nitrati).

 

  • Nitrificazione: I batteri Nitrosomas e Nitrobacter ossidano l’ammoniaca e gli ioni ammonio prima in nitrito e poi in nitrato.

 

  • Perdite di ammoniaca: L’impiego di fertilizzanti organici (letame o liquame) e un impiego scorretto dell’urea, possono causare perdite di ammoniaca per volatizzazione, che dipendono da: temperatura e umidità, caratteristiche del fertilizzante, terreno (perdite maggiori in ambienti alcalini), presenza o meno di vegetazione o residui colturali in superficie.

 

  • Denitrificazione: In condizioni anaerobiche, i batteri denitrificanti sono in grado di trasformare i nitrati in azoto molecolare gassoso (N2) e in protossido di azoto (N2O), uno dei principali gas a effetto serra di origine agricola.

 

  • Immobilizzazione: Il nitrato e l’ammonio presenti nella soluzione circolante del suolo possono essere immobilizzati da microorganismi. Tanto più il rapporto C/N del suolo è elevato (per effetto dell’interramento di residui colturali), tanto maggiore è l’entità dell’immobilizzazione. Questo azoto sarà reso disponibile per la pianta solo in seguito ad una successiva mineralizzazione.

 

  • Azotofissazione: Solo pochi microorganismi sono in grado di fissare l’azoto, riducendo quello atmosferico (N2) ad azoto ammoniacale. Fondamentale in questo processo è la simbiosi tra i batteri (rizobi) e le radici di piante leguminose (come pisello, trifoglio, erba medica).

Il ciclo dell’azoto in natura

 

Efficienza dell’azoto

Massimizzare l’efficienza delle concimazioni azotate rappresenta uno degli obiettivi prioritari del settore agricolo. Attualmente, in media, solo il 40 % dell’azoto apportato viene effettivamente assorbito dalle piante. Perdite così ingenti determinano l’inquinamento da nitrati delle acque di falda, con riflessi negativi anche sulle performance produttive delle colture. Incrementare l’efficienza dell’azoto e degli altri elementi nutritivi è una priorità, parte integrante del quadro normativo attuale (Direttiva Nitrati). Il ricorso ad una fertilizzazione bilanciata, che consideri gli apporti e le asportazioni, può fornire un contributo importante ai fini del miglioramento dell’efficienza dell’azoto. Sia il potassio che il magnesio concorrono a garantire alla pianta un assorbimento e un’assimilazione dell’azoto adeguati.

 

Nella pianta

Rispetto ad altri organismi, le piante mostrano elevate esigenze nutrizionali in termini di azoto.

Funzioni nella pianta

  • L’azoto è l’elemento costitutivo degli aminoacidi, le unità fondamentali delle proteine. Grazie ad una fertilizzazione bilanciata, è possibile innalzare il contenuto proteico del raccolto.
  • E’ uno dei componenti centrali della clorofilla e, pertanto, risulta fondamentale per la fotosintesi.
  • Gioca un ruolo primario in diversi processi enzimatici, aventi importanti funzioni nel metabolismo della pianta.
  • L’azoto, infine, è presente anche negli acidi nucleici (DNA, RNA).

Sintomi di carenza

La carenza di azoto può manifestarsi anche solo temporaneamente, a seguito di basse temperature o dopo precipitazioni intense, soprattutto su terreni sabbiosi o poveri di sostanza organica.

  • Le piante azoto carenti mostrano una colorazione più pallida delle parti verdi.
  • La clorosi compare dapprima sulle foglie più vecchie, in quanto l’azoto, mobile all’interno della pianta, viene traslocato verso gli organi di crescita. Si tratta di un sintomo chiave che permette di distinguere la carenza di azoto da quella di zolfo (in cui i sintomi si manifestano inizialmente sulle foglie più giovani).
  • E’ inoltre possibile osservare uno scarso sviluppo vegetativo e radicale della pianta, il nanismo delle foglie e il raccorciamento degli internodi.
 

Sintomi da carenza di azoto su frumento, mais e colza

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